mercoledì 24 ottobre 2012

A Te..




A te,

la mia “ dolce” metà,
il mio compagno perfetto,
il mio punto di riferimento.
A te, che stringo la sera prima di addormentarmi, e ristringo la mattina appena mi sveglio, con ancora un occhio chiuso e uno aperto.
A te, il mio ultimo pensiero prima di addormentarmi, il primo appena mi sveglio. E anche durante la notte, schiudo gli occhi per darti una sbirciatina rassicurante. Sei lì, sei mio, e mi aspetti. Sempre.
A te, scrigno depositario della mia memoria, - immagini, voci,parole,pensieri-
partner fedele di una vita – si spera- oppure solo di mesi, anni. Ma i mesi e gli anni tra i più intensi.
Quando penso a te e fremo di passione.
Quando parlo di te alle amiche,  e il mio sguardo arde, le parole corrono veloci ed impetuose come un fiume in piena, mentre decanto tutte le tue qualità, infinite, i tuoi pregi, le tue attenzioni per me, come riesci a prenderti cura della mia vita, come la qualità delle mie giornate  sia  migliorata da quando ci sei tu, accanto a me.
Non hai paura di niente, sei coraggioso ed agile, veloce, sempre presente, sempre sull’attenti per esaudire ogni mio desiderio.
Anzi si, di una cosa hai paura, dell’acqua. Tu, così intelligente, temi i liquidi! Adoro queste tue debolezze, che ti rendono ancora più perfetto.
A te,
il mio genio della lampada,
il mio tappeto voltante,
il mio oggetto di culto.
A te, che ami le mele, smangiucchiate, e che mi preghi sempre di darne un morso, prima di porgertene una.
A te, che sei capace di farmi viaggiare pur rimanendo ferma  – mentre aspetto l’autobus, in fila alla posta, in macchina al semaforo –
A te,
che hai reso il mondo un posto migliore ( ..tranne che per la Cina..)
A te,
che sei la mia ossessione,
che non resisto più di dieci minuti senza guardarti,
anche solo per chiederti che ore sono.
Dopo la freddezza dei primi giorni, quando ancora non ci conoscevamo, e ci si scrutava furtivamente - tu adagiato sul letto, io nascosta dietro il pc-,  è subito scattata la complicità. Quella complicità così profonda che ringrazio il Cielo, Gesu, Budda, Iddio, l’America, la Cina per averti al mio fianco. Io penso,e tu fai. Io la mente e tu il braccio. E che braccio..
A te, crogiolo di culture,
globe trotter,
concepito negli States, nato nel continente asiatico, emigrato nel mondo,
per poi arrivare sino a me.
A te, che in cambio, chiedi solo di essere alimentato. Perché si sa, l’amore va nutrito, ogni giorno, come se fosse il primo, perché se no, si spegne!
A te, che voglio tutto per me, solo per me, con me, su di me.
You & Me..
Sì lo so, sono gelosa. Ma dai lo sai che sono siciliana…, sangue caliente, e poi io non voglio condividerti con nessuno. Quando ti vedo tra le braccia di un'altra-anche se è un’amica-  i brutti pensieri prendono il sopravvento e mi riecheggiano nella testa..
“ e se poi non torna piu da me? E se poi si abitua alla mia lontananza, e se poi gli succede qualcosa e non torna più come prima, e se poi si abitua ad un altro..tocco…  Non sei più tu, non ti riconosco più! Dimmelo! Dimmelo che c è un'altra! Dimmelo!”
A te, che sei un sogno diventato realtà.
A te, che mi dai tutto te stesso,
a te, che illumini la mia strada,
a te che mi hai insegnato ad esprimere i miei pensieri,
a comunicarli al mondo intero,
a te, che cambi tutti i giorni ma resti sempre lo stesso,
a te che sei,
semplicemente sei
sostanza dei giorni miei
sostanza dei giorni miei
A te che sei il mio grande amore
ed il mio amore grande
a te che hai preso la mia vita
e ne hai fatto molto di più.

Io , Rosita,
prendo te, I-PHONE,
come mio sposo,
e prometto,
di esserti  fedele sempre,
nella gioia e nel dolore,
se ti si spegne la batteria e mi abbandoni nel bel mezzo di una riuonione pallosissima,
nella salute e nella malattia,
se escono nuovi i-phone,
e prometto di amarti e onorarti
e comprarti nuove cover,
tutti i giorni della mia vita,
finchè l’acqua non ci separi!!

In nome del Padre
Del figlio,
e di Steve Jobs,
AMEN!

E ora…scambiatevi dei link di pace!

lunedì 17 settembre 2012

U.S.A. e getta !

Ho avuto la fortuna,
o la sfortuna – ancora non l’ho capito –
di fare il quarto anno del Liceo negli Stati Uniti.
Un programma di exchange student.
L’inglese, in Italia, lo insegnano dalle elementari. Non è però uno studio molto approfondito, l’unica cosa che ti fanno ripetere sono i colori. Perché finisce lì la competenza dell’insegnante – che molto probabilmente proviene da Catanzaro, e parla un inglese aspirato.
Che poi, i colori..  Se stai per morire, e hai bisogno di aiuto, urlare “ Yellowwwww” non so quanto possa essere efficace.
Io già mi vedevo a NYC, a SANFRANCISCO, a L.A: io, il mio double cheeseburger, e i grattacieli!
E invece no.
La realtà come al solito è un’altra:  io, il mio double cheesburger, e i campi di cotone.

 Dicendo che nei posti meno conosciuti gli studenti si concentrano meglio, l’Associazione mi spedisce in South Carolina, ridente Stato situato a nord della Florida: estremo sud degli stati uniti d’ America.
A mo’ di training autogeno mi ripeto: “ ma si, sono pur sempre gli Stati Uniti, li è tutto figo, no?!”
Mi sbagliavo.
Sono arrivata in SC che ero una piccola, aggraziata diciassettenne, magra, educata ed innocente,
sono tornata diciottenne, obesa, con le rughe, e -  dulcis in fundo -  drogata, di illegalità. Quando si dice che il proibizionismo funziona..
Ci sono delle key words che possono tratteggiare il karma di questo fascinoso Stato:
1.      Via col vento,
2.      Guerra di Secessione
3.      Nordisti Vs. sudisti
4.      Campi di cotone
5.      Schiavitù

Qualche pensierino prima di andarci mi sarebbe dovuto sorgere, no?
E infatti, la famiglia che mi ospitava era così composta:

Madre: nullafacente e borderline ( e delle americane di mezz’età borderline, c è da aver paura)
Padre: Poliziotto
Figlio maggiore: Vigile del fuoco e Poliziotto
Figlio minore: aspirante poliziotto

Mi sentivo sul set di un B-movie americano.

Per un’ italiana finire nel sud degli USA, è come per un’americana pensare di andare a Milano, e finire a Canicattì.  Vaglielo a spiegare che anche quella è Italia.
Per i primi 2 mesi sono stata M.U.T.A.  Le mie corde vocali si erano sclerotizzate, nel senso che stavano sclerando dalla noia. Rispondevo solo si o no, con la testa però.
E sorridevo sempre, sorridevo, sorridevo, così, per far vedere che ero disinvolta e sul pezzo..
Una volta mi hanno chiesto:
“ What do you want for dinner?”
Avendo percepito il tono interrogativo, ho prontamente risposto:
 “Yes, thank you” + solito ampio sorriso.

Sui loro volti vidi dipingersi la perplessità.
Ero confusa.
Dopo qualche ora che mi ripetevo il suono di quella maledetta domanda
“ Wò u won fo dinna?”
ho finalmente capito, ma ormai era troppo tardi. Il loro cibo chimico giaceva già nel mio esile intestino.

Oltre la lingua, il vero problema era il cibo, appunto.
Per incominciare, gli americani – o per lo meno, quegli americani -  non bevono acqua. Solo sodas: bibite gassate composte dal 70% di zucchero, 20% di coloranti, e 10% d’acqua.
Il caramello disseta di più, e il colesterolo, è uno di famiglia.
Per cena, quando vogliono trattarsi bene, ordinano un take away da KFC. Kentucky Fried Chicken. Il pollo OGM in confronto è biodinamico.
Un cesto – come quello dei pop corn – taglia XXXL,  riempito di pezzi di pollo, fritto.
Fritto, così fritto che la tempura è  una cottura al vapore.
E per colazione: sandwich con jelly  e - colui che mi ha reso un’adolescente obesa- il burro di noccioline. Peanut butter. LA DROGA.
Dovrebbe essere illegale, bandito. O per lo meno, acquistabile solo con prescrizione medica, alla stregua degli oppiacei. Hai disturbi dell’umore, carenza d'affetto? Burro di noccioline e passa tutto in un istante. E’ un dopante.
Basta spalmarne  un po’ sul pane -  o direttamente in bocca – e poi esci, vai in ufficio, in palestra, a letto con l’amante, a casa dal marito, senza bisogno di cibarti di nient altro.
Un cucchiaio de “ la droga” ha un apporto calorico pari ad un panetto di strutto.

Ma se il loro problema fosse solo il burro di noccioline, sarebbe una grande Nazione!
Invece, i miei occhi da candida diciasettene notarono sin da subito delle piccole grandi incoerenze..
A 16 anni puoi guidare un pick up, ma non puoi acquistare sigarette.
Che guidare senza fumare, è come accomodarsi sul water senza poter fare le parole crociate. Ingiusto.
A 18, da Wallmart, puoi comprarti un’arma. Ma non puoi berti una birra, né entrare in un locale in cui la servono, certo.Ingiustissimo.
A 21 anni, mentre inizi a bere alchool legalmente, puoi avere in tasca un’arma da fuoco già da 3 anni, legalmente.
Andare in giro armati sì, ma berti una budweiser con il 3% di alchool, NO.

Il padre dormiva con un fucile a pompa sotto al letto. Che se la sera prima mangiava troppo burro di noccioline ed era un po’ su di giri, finivo sepolta nel back yard accanto al primo cane della famiglia.
Se mio nonno avesse avuto a disposizione un fucile sotto al letto, la famiglia Maugeri sarebbe estinta da generazioni.
Poi certo che i ragazzini vanno nelle scuole e fanno le stragi, non capiscono più qual è la realtà e quale la finzione. Passano 20 h al giorno davanti alla tv e ai videogames, mangiando junk food e facendosi ingoiando i painkillers della madre.  
 Poi, la ragazza li lascia.
 Un ragazzino italiano cosa fa? Va al bar con gli amici, si fa una birretta e si fuma una sigaretta, così, per rilassarsi un po’.
Il ragazzo  americano, invece, va in camera del padre, piglia il fucile, e uccide tutti.
Era americano il ragazzo fan delle tartarughe ninja che si era calato nelle fogne, alla ricerca del topo parlante, Splinter.
 Il colesterolo, ha raggiunto il cervello.
Per fortuna che noi in Italia mangiamo pasta al pomodoro..
A proposito, qualcuno  può dire agli americani che gli spaghetti con le polpette “ Spagheddi with meatballs” qui  NON esistono?
Non è un piatto tipico italiano, è solo ciò che mangiano  “ Lilli e il Vagabondo”, che tra l’altro sono due cani..quindi..
Questa è la prova che abbiano qualche resistenza nel distinguere tra finzione e realtà.
Se si mettono a guardare Ken Shiro, scoppia la terza guerra mondiale.

Dopo 6 mesi, di sudisti ne avevo abbastanza, e ho chiesto il trasferimento. Questa volta ho scelto io. Destinazione: West Coast, S. Francisco!
Arte, buona musica e buon vino. Allora l’America è anche questo. Mi sentivo finalmente a casa.

sabato 30 giugno 2012

Lost and Found, Burger King e la mayo.

I got lost, just because I wanted to find myself, again. Anew.

Giorni intensi, questi appena trascorsi.
Apparentemente vuoti, ma pieni di significato.
Ho capito, deciso, maturato cose importanti,
certo con fatica..
Ieri sera,assalita da un vuoto cosmico che mi corrodeva da dentro,
tornando da Teatro,
mi sono fiondata dentro un..Burger King.
Per un attimo ho percepito la mia coscienza che si ribellava: sono stata VEGANA per 5 anni, e ho pure fatto la tesi di laurea sul veganesimo, il mangiare cruelty free..blah blah..
Sì, ma quando mi prende quel vuoto dentro, so che solo il cibo scadente mi può risollevare.
E' un pò come farsi del male, visto che tanto stai già male.
 Sono consapevole di queste dinamiche autodistruttive, ma a volte mi "permetto" di affidarmici, di farmi scaldare il cuore da loro, dai demoni.
Dunque, sono passata davanti a Burger King, mentre la mia testa era persa in pensieri che si arrovellavano arrovellavano, e con la coda dell'occhio vedo un ragazzo che esce con un panino immenso e grondante di mayo.
Continuo a camminare, dopo qualche passo rallento, rallento, mi fermo.
 " ANCHE IO LO VOGLIO, QUELLO!" 
- e l'altra me -
 " Ma NO Rosita, dai, poi ingrassi, e se ingrassi nessuno ti farà lavorare, e poi ti gonfi, come quando eri in America, ti ricordi?! E poi è un cibo veramente scadente, e tu DEVI farti del bene, non del male. Ti DEVI amare,ti devi cucinare del buon cibo, fatto con amore, bio equo etc etc solidale, perchè - Noi siamo quello che mangiamo-, ricordi?!"

Bene, mentre questa pantomima era in corso, ero già in fila per ordinare il mio panino.
Aria condizionata a palla, odore di fritto, impiegati con la faccia stanca. Tutto nella norma.
Mi chiedo se farei mai quel lavoro. Sì, lo farei, ad una condizione però: la retina raccogli capelli e quell'orrendo cappellino color caki, non lo metto! Sarebbe un minare pesantemente la mia self-esteem. Ed è da 30 anni che la mino, sarebbe forse il caso di elevarla, ora, dopo il fatidico compimento degli -enta ( aiuto. trenta.zitta Rosita non ci pensare).
Insomma, dicevo, arriva il mio turno ( finalmente. ma quanta gente mangia questo junk food alle 23.45 di un torrido venerdi sera? Non ci pensare Rosita, non ci pensare), e vado nel panico. Non so cosa voglio, non so scegliere.
Alzo lo sguardo sui menu illuminati. Troppi imput, la mia acquolina va in loop, i miei neuroni mandano messaggi confusi al sistema nervoso centrale, lo stomaco brontola.
La signorina mi guarda impassibile, io le sorrido, lei alza un sopracciglio.
Mi auto proibisco di ordinare carne rossa.. troppo nociva, blah blah, in realtà lo faccio solo per diminuire vertiginosamente le possibilità di scelta. Tutta la parte sinistra dei menu, con una grande croce rossa sopra. Meno male. Quindi..pollo!
Si ma impanato, fritto, o alla griglia? Merda. 
" Un Crispy Chicken, solo panino, grazie". 
E la mia vocina " Rositaaaaa! E' pollo fritto! Ma fritto fritto. Chissà in che olio, e poi chissà che pollo..tu che fai la schizzinosa al supermercato, che compri solo ( quando lo compro) polli allevati bio con solo mangimi vegetali certificati, a cui massaggiano le cosce tutti i giorni, blah blah...ma daaaaaiiii, ora ti mangi sta robaaaa...mi fai proprio schifo! SI. TI STO GIUDICANDO, VOGLIO CHE TU TI SENTA UNO SCHIFO...ewhddhjkeui"
" Senti, vocina, sai che cè?? Noi siamo ciò che mangiamo giusto? Bene, io stasera sto una merda?! Mangio dimmmerda. Ecchecaxxo".
Vorrei anche una coca. Ma non la ordino. Meglio l'acqua del ribinetto..a Roma è così buona.....

Agguanto il panino, guardo male la signorina ( se lo merita), mi fiondo fuori, apro l'involucro ancora caldo, e do un morso. 
La mayo fuoriesce e mi macchia la maglietta, il pollo in bocca crocchia da morire, e poi dai, non è così mal sano, cè anche la lattuga... ( in pvc, ma è pur sempre lattuga).
Praticamente in 100 mt lo finisco. Veloce. Non voglio lasciare tracce. Neanche a me stessa ( a parte la macchia di mayo).
Mentre affondo gli ultimi morsi, passo davanti ad una pizzeria, coi tavolini fuori, stracolmi di gente che mangia ride chiacchera fuma. Mi guardano ( tra l'altro mi ero anche vestita carina per andare a teatro), sto per nascondere il corpo del reato, per pudore, quando penso che no, che no, e allora lo risfodero, e guardando gli avventori della pizzeria negli occhi, me lo ficco tutto in bocca, con la mayo che spruzza fuori e che cade sul pavimento ( sì, molto youporn..), mentre io con grande scaltrezza sposto il bacino in dietro per non macchiarmi. E mentre mastico, gli sorrido aprendo leggermente la bocca per farne intravedere il contenuto. Sì, sì, JUDGE ME, assholes!
Un bambino mette giu una fetta di pizza che stava addentando e grida " Mammaaaa, voglio andare da Maaac!" 
Grande bambino! Ti stimo.
Giro i tacchi, ancora ruminante, e attraverso la strada verso casa.
Sì, sono fiera di me. La mia aggressione allo Stato, la mia rivolta al senso comune, a quella parvenza di perbenismo, l'ho innescata.
Della serie " io no, io non ci sto" 
O come dissero i 99 grandissimi Posse:     
" Non mi avrete mai come volete voiiiiiiiii".

A volte, basta un pò di mayo e del pollo fritto, per sentirsi vivi.

martedì 12 giugno 2012

Ghost Blog? Crisi d'identità.


Forse sono stata presa dalla foga di possedere ( amo il verbo "possedere")un Blog tutto mio. E vostro.
Perchè qui è un gran casino.
Hfduedfhkshfjkdshfjk### **
Etichette, tag, indicizzazione, link, nuovi look,

Aiuto. Help me. What the hell is this?
E poi, il vero nome del proprietario di un Blog dovrebbe rimanere anonimo?
Non voglio che il mio rimanga un blog..fantasma. Un GHOST Blog.


Mi sento come la particella di sodio,
sola,
in questo mondo cibernetico,
sospeso nel nulla,
pieno di illusioni
e hashtags.

Adios,

Jiji.

lunedì 11 giugno 2012

Roma Vs. Milano

Fumo una sigaretta,
e penso che il desiderio di aprire un blog nasca dalla necessità di COMUNICARE.
E' per questo che siamo nati, no?
Per comunicare tra noi.
I giorni in cui mi capita di passare molto tempo con me stessa, sono i giorni più lunghi.
I pensieri corrono, dentro, senza un riscontro con la realtà, senza che nessuno possa darti un parere al riguardo. Ed inizio a giudicare da sola le mie riflessioni.
A volte il giudizio, è una morsa.
Dalla finestra della mia stanza intravedo la cucina di un ristorante, dall'altra parte del cortile. I cuochi ( non sembrano essere italiani) si affacendano davanti ai fornelli. Ogni tanto ne esce uno, si accovaccia e si accende una sigaretta. Anche lui, solo coi suoi pensieri.
Roma è  bella. Mi sono trasferita qui da qualche mese - tre per l'esattezza- e devo dire che la Capitale mi ha accolta nel migliore dei modi. Inaspettatamente.
Spesso mi chiedono quali differenze io noti tra qui e Milano ( la città in cui ho sempre vissuto - anche se sono nata in Sicilia), e mi sembra strano stilare una lista di diversificazioni tra due città che appartengono allo stesso Paese e che sono separate da una manciata di ore di treno.
Il clima, è la mia prima risposta. Qui c è aria di sud. Il sole ti avvolge, riscalda gli animi.
A Milano, il sole illumina e basta.
E poi, e poi? Mi incitano..
Bè, Roma ti affascina. E' un'ammaliatrice. Sa come farti cadere tra le sue braccia..Mamma Roma.
Milano, no. Milano è più un padre, che una madre. Un padre autoritario, freddo, distaccato. Milano è un padre che ti mette in punizione quando fai una marachella.
Roma no, Roma è la mamma protettiva che ti strizza l'occhio e ti dice " Non importa, torna a giocare".
Però, poi, sotto sotto, ti frega! Perchè tu te ne innamori, e cerchi di non vedere tutte le insidie che nasconde tra le morbide pieghe del suo corpo..
Un esempio? la viabilità, gli spostamenti. La prima volta che ho preso i mezzi di superficie, qui, pensavo fosse uno scherzo. Per fare 7 fermate con un autobus ci ho messo quasi un'ora. Per carità, passando per strade meravigliose, monumenti prodigiosi.. si ma se hai fretta diventa un incubo.
Milano in confronto è Svizzera tedesca.
E poi, i sanpietrini! E' come camminare sui ceci..'na penitenza.
Mi sono presa la storta più brutta della mia vita, su ste pietre. Camminavo, con la mia playlist del mattino sparata nelle orecchie, felice di sentire il sole che mi abbracciava, e mentre saltello qua e là, metto il piede in fallo su un sapietrino divelto, e crollo a terra. Arriva un signore:
" Aò, abbella, che te sei fatta male?"
" No, non si preoccupi, tutto bene grazie, mi accovaccio qui perterra tutte le mattine!" ( un dolore..)
e lui
" Ma che, sei de Milano??!"

Me ne vado senza rispondere, a testa bassa. Speravo di essere già diventata una di loro.. 

Ma da cosa l'ha capito? Da come sono caduta??
Mah.
Roma..


E Blog Fu

D'accordo. 
Il mioBlog è nato
oggi,
Lunedì 11 Giugno 2012, 
a Roma,
sotto il segno zodiacale dei Gemelli.
Il primo ed ultimo Blog della mia vita,
dato che farò molta fatica a prendemene cura 
- già lo so-
Questo primo post è dedicato a te,
caro Blog.
Ho deciso di chiamarti
" le Avventure di Jiji",
perchè grazie a te
su di te
dentro di te
attraverso te,
racconterò cose
cose
cose..
che si uniranno alle innumerevoli altre cose
di cui è già pieno il Mondo.
Ma a noi,
caro dolce LeAvventurediJiji
non importa,
perchè a noi piace 
condividere
e solo l'idea di una potenziale condivisione
con ipotetici amici,
ci fa sentire felici.

Ti prometto che farò del mio meglio
per prendermi cura di te,
di noi,
delle mie storie,
pensieri,
e soprattutto cacchiate
( ma le parolacce si possono scrivere? Meglio di no, dai, almeno ora che sei appena nato!)
che usciranno dalla mia scatola cranica,
e anche dalla pancia, sì.
Soprattutto, dalla pancia.

Ora però fai la nanna,

che io mi sono già stufata,

per oggi!

Buona prima notte,

Jiji.

Ps: Scordati che io mi svegli nella notte.
Se hai bisogno, chiama tuo padre.
Pps: Azz, ma tu non hai un padre! O forse sì..

To be continued